Non memoria di un singolo ma attualità di un pensiero

Il Messaggero Abruzzo (26 aprile 1983)

Silone avrebbe domenica compiuto il suo 83° compleanno. In agosto sarà trascorso invece, dall’incenerimento delle sue spoglie, giusto “un lustro fontamarese”.

di Antonio Gasbarrini

Restano le idee, i suoi scritti e gli indimenticabili protagonisti dei suoi romanzi, cavati questi ultimi a tutto tondo dalle brulle montagne abruzzesi: Silone ha saputo sfidare così il tempo e le mode, culturali innanzitutto.

“Il monumento a tutti i giorni” di Pietro Cascella, liberamente spirato ai valori perenni dell’uomo che è tutt’uno con la natura, non è dedicato alla memoria di un singolo, quanto all’attualità di un pensiero dal profondo respiro collettivo ed universale. Lo scultore Cascella è artisticamente l’equivalente dello scrittore Silone: a parte la comune radice abruzzese, è un’identica concezione epica ed eroica della vita ad accomunare le pietre dell’uno alle parole dell’altro. Se per Silone è il riscatto degli oppressi e degli emarginati il baricentro di un’istanza etica incentrata sul rispetto dell’essere; per Cascella è la materializzazione di forme-forza primordiali a ristabilire un equilibrio tra questo essere ed il suo compromesso habitat naturale e civile. Entrambi affidano poi al silenzio, più che ai clamori, il loro messaggio di purificazione e di salvezza.

Una macina di mulino, una conchiglia, una ciotola, il ventre di una donna incinta, sono per Cascella le forme viventi di un tempo perenne capace di annullare persino l’ignominia dei crimini nazisti: Auschwitz è ancora lì con i suoi fili spinati e le sue camere a gas. Il memoriale dell’artista abruzzese, con i suoi 150 mq di blocchi di pietra arenaria incastrati negli ammassi di corpi martoriati, non pesa fisicamente, ma moralmente. Ed una simbologia sintetica ed elementare sa prendere le sembianze del bene con un fiore o il sole, e quelle del male con una testa di medusa, così come è avvenuto per il “Monumento a Mazzini”.

Nel “Monumento a tutti i giorni” il racconto plastico si fa più realistico senza peraltro scadere nel gratuito descrittivismo, grazie ad una certa dose di ambiguità poetica mantenuta da una forma più familiarmente arcaica che megalitica.

Gli elementi di una realtà originaria ci sono tutti: terra, acqua, fuoco ed aria; come per Empedocle si tratta di decifrare la continua tensione esistente tra la forza che unifica (amore) e quella che divide (odio). I cinque blocchi-base di marmo sono allestiti all’aperto (aria) ed annunciano l’epifania di un evento irripetibile. Al centro, il piano di una tavola imbandita con oggetti di uso quotidiano e con cibi e bevande come “Vino e Pane”, poggia su una base solida evocante il motivo della madre-sarcofago (terra). Alle sue estremità i principi dell’acqua e del fuoco sono esemplificati da una fontana – macina – disco volante e da uno scheletrico focolare. All’altro lato la sedia vuota del patriarca alita tutto il potere emanato da un trono; di fronte, infine, il simbolo della fertilità della donna-sposa è sintetizzato nella figurina di una Venere preistorica.

Benvenuto dentro questa casa contadina è per Cascella chiunque voglia non già “inchinarsi” al monumento ma sedersi, mangiare, dissetarsi e riscaldarsi; fissando inoltre senza alcun pudore il corpo denudato della natura e della vita.