di Leone Piccioni
Andando a trovare Alberto Burri nella sua casa-studio capannone di Grottarossa (oasi di pace finché l’incremento edilizio non porterà chiasso anche in quella zona) ho visto un giorno tre piccoli quadri: un sacco della materia che si conosce e che intervenne a far mutare il corso della ricerca pittorica dei nostri anni; una plastica rossa e rilucente, una combustione sulla plastica con quei bianchi e neri che si squarciano all’improvviso, e reciprocamente, e che sono la penultima splendida stagione pittorica di AIberto.